La febbre nei bambini è un fenomeno piuttosto comune ma non deve essere vista come una cosa grave che deve essere scacciata via in tutti i modi. La febbre infatti è la risposta fisiologica a un attacco da parte di agenti infettivi e, quando si presenta, significa che il corpo si è messo in moto per difendersi da una malattia infettiva. In particolare si parla di febbre solo quando la temperatura corporea supera i 37,5 gradi, per questo è importante conoscere i metodi di misurazione della febbre per capire quando occorre preoccuparsi e quando no.
Come già accennato, la comparsa di febbre nei bambini è spesso sinonimo di un’infezione in corso. Ciò non significa tuttavia che occorre intervenire subito con dei farmaci per abbassare la temperatura, anzi. Lo scopo della febbre è, infatti, proprio quello di sfruttare la temperatura alta per allontanare batteri e virus: il corpo aumenta la propria temperatura così da diventare un ambiente inospitale per i microbi.
L’organo principale deputato ai processi di termoregolazione è il cervello, in particolare è l’ipotalamo a gestire l’innalzamento e abbassamento della temperatura in caso di necessità. Quando infatti vi è un attacco da parte di batteri e virus, l’ipotalamo produce dei brividi lungo tutto il corpo così da favorire la vasocostrizione e impedire la dispersione del calore. In questo modo la temperatura corporea inizia a salire per contrastare la proliferazione dei batteri e, quando l’infezione inizierà a diminuire, l’ipotalamo produrrà una vasodilatazione accompagnata da sudorazione così da consentire al corpo di tornare ad una temperatura normale.
È normale tuttavia tendere a reagire subito in caso di malattie, soprattutto quando si parla di bambini. Ma cosa possiamo fare quando si presenta la febbre nei più piccoli e quali metodi possiamo adottare?
La temperatura corporea può essere ridotta sia adottando rimedi chimici, quindi farmaci, sia attraverso rimedi naturali. In genere finché la temperatura non risulta troppo alta è possibile provare con dei rimedi naturali prima di passare alla somministrazione di medicinali.
È quindi consigliabile far assumere al bambino una generosa quantità di liquidi, che possono includere acqua ma anche minestre o zuppe, tenerlo a riposo e fare delle spugnature di acqua tiepida (mai fredda) sul corpo e in particolare su fronte, collo, gambe e braccia. Tuttavia quando la febbre risulta essere molto alta è possibile intervenire con la somministrazione di farmaci tra cui:
- Il paracetamolo considerato l’antipiretico per eccellenza e che viene usato sia negli adulti che nei bambini e nei lattanti. Il principio attivo del paracetamolo favorisce l’abbassamento della temperatura in tempi piuttosto brevi e normalmente è considerato piuttosto sicuro anche se non è completamente privo di effetti collaterali e controindicazioni.
- L’aspirina il cui principio attivo (l’acido acetilsalicilico) è un antinfiammatorio non steroideo (FANS) appartenente al gruppo dei salicilati. L’assunzione dell’aspirina è indicata nel trattamento sia di stati febbrili che di sindromi influenzali e di raffreddamento.
- L’ibuprofene fa parte anch’esso dei farmaci antinfiammatori non steroidei ed è un principio attivo dalle caratteristiche antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche tanto che può essere utilizzato per trattare la febbre e i dolori associati al raffreddore, sia negli adulti che nei bambini.
È importante tuttavia tenere in considerazione il fatto che la somministrazione di qualsiasi tipo di medicinale per contrastare la febbre, soprattutto nei bambini, dovrebbe avvenire solo dopo aver consultato il medico o il pediatra così da scongiurare eventuali effetti collaterali.
Se la temperatura corporea risulta essere non troppo elevata, è possibile ricorrere anche ad alcuni rimedi fitoterapici che possono aiutare ad abbassare la febbre e ad alleviarne i sintomi.
Tra questi rimedi possiamo trovare alcune piante medicinali, chiamate anche diaforetiche, in grado di aumentare la sudorazione corporea aiutando l’organismo a disperdere il calore in eccesso e andando a ridurre, di conseguenza, la temperatura.
In genere, queste piante medicinali vengono assunte sotto forma di tisana calda, anche per aiutare il bambino ad assumere più liquidi. Tra queste piante troviamo: il tiglio, la camomilla, la cannella, la menta, il sambuco, l’eucalipto, la centaurea, la genziana e il rododendro.
Ma quand’è che occorre preoccuparsi e rivolgersi al pediatra? Innanzitutto se il bambino ha meno di sei mesi dato che questa è un’età molto delicata e importante per lo sviluppo del bambino. In secondo luogo ci si può rivolgere al pediatra se si notato alcuni campanelli d’allarme tra cui sonnolenza, irritabilità, pianto flebile, disidratazione e aspetto sofferente.
Sarà necessario rivolgersi al pediatra anche in caso di rigidità nucale e cefalea oppure nel caso in cui il bambino abbia convulsioni o difficoltà nel respirare.
Infine, se la temperatura corporea sale al di sopra dei 40 gradi, se persiste oltre le 48 ore o ancora se è accompagnata da altri sintomi come vomito, diarrea o eruzioni cutanee di vario tipo allora sarà necessario consultare il pediatra quanto prima.