Il nostro rientro a casa lo avevo immaginato diversamente: Niccolò e Edoardo in casa ad accogliere me e Bianca Zoe, lo splendido inizio di una magica vita a 5. Le prime serate nel lettone tutti insieme, la prima cena noi 5. Coccole e sorrisi, piccole gelosie, rimproveri e stanchezza. Una routine da adattare alle nuove esigenze.
Non è stato così, il trittico varicella-streptococco e ancora varicella ci ha fatto trovare una casa vuota. Siamo stati costretti a lasciare i bambini dai nonni per non contagiare la piccolina. Delusione, rabbia, frustrazione, ho ceduto per qualche attimo a questi sentimenti. Edoardo è tornato dopo un paio di giorni, Niccolò è rimasto fuori casa per ben 20 giorni.
A due giorni dal parto tra punti, dolori, ragadi ho iniziato una routine fatta di allattamento veloce di Bianca Zoe e corse da Niccolò, a casa dei nonni, per coccolarlo. Mi sono sentita in colpa verso tutti e tre i miei figli, ho pensato che “la sfiga” stesse rovinando uno dei momenti più felici della nostra vita, mi sono chiesta perchè. Niccolò con febbre alta senza la mamma a coccolarlo, Edoardo un po’ geloso della nuova arrivata e Bianca Zoe che non ha goduto della vicinanza fisica 24 ore su 24 della sua mamma.
Ma poi ho capito. Mi sono confrontata con Marito, con le amiche e con una mamma come me che senza saperlo e forse senza volerlo mi ha fatto riflettere. A volte sono proprio le persone che conosciamo da pochissimo ad aiutarci a ridimensionare quelli che consideriamo problemi irrisolvibili.
Lei si chiama Veronica, mi ha scritto qualche giorno fa, mi ha trasmesso entusiasmo, gioia, forza e voglia di farcela. Veronica è una mamma, moglie, ingegnere biomedico, ha un sogno, quello di rendere la sua passione un lavoro e ci sta riuscendo con la creazione della collezione filo.vero. Mi ha fatto sorridere e mi ha messo davanti alla me stessa che stava cedendo alla tristezza. Ha preparato con le sue mani un bellissimo bavaglino-bandana ed un porta ciuccio per Bianca Zoe. Ha scritto una dedica per la piccola, ci ha dato attenzione, mi ha fatto capire che l’energia di noi mamme non si esaurisce mai anche quando il mondo intero sembra “cospirare” contro di noi.
Veronica dopo la sua seconda gravidanza (è la mamma di Martino e Matilde) ha perso il lavoro e si è reinventata con Filo.vero. Appassionata da sempre di handmade e di cucito, realizza a mano bavaglini, cappellini, porta ciucci, piccoli doudou per neonati e altri accessori (chiedete e lei realizzerà la vostra idea!). Morbidissimi e resistenti, stilosissimi.
La mamma che si abbatte e crede ad una presunta sfiga non sono io, non lo sono mai stata. Ho capito di avere un dovere preciso: quello di essere felice. 20 giorni fanno male ma di questa distanza e di questa varicella ce ne dimenticheremo presto: quello che resterà, invece, sarà la nostra nuova famiglia oggi per la prima volta insieme.
Veronica dice che i figli ci tirano fuori delle risorse incredibili in ogni circostanza, dal problema più grosso a quello più insignificante.
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One comment on “Il “dovere alla felicità” e lo speciale progetto Filo.vero”
Ci sono delle volte in cui siamo così concentrati sull’idea di felicità che ci siamo creati da non renderci conto che ce ne possono essere tante altre, ad aspettarci. E che, magari, ci possono offrire una felicità ancora più grande!