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Educare i bambini alla noia

Qualche giorno fa una mia amica ha riportato – divertita – su Facebook la frase del figlio di 6 anni: “Mamma visto che diluvia di nuovo cosa mi organizzi?”

Domanda che, devo ammettere, mi ha fatto prima molto ridere e poi riflettere su uno degli argomenti più spinosi nell’educazione dei nostri figli: perchè la noia è importante per i bambini?

Niccolò, 7 anni, è ancora in difficoltà quando si tratta di gestire autonomamente il suo tempo; da sempre è stato abituato ad avere un adulto (nonno o genitore) che gli organizzasse la giornata con un ritmo serratissimo. D’estate (o durante i weekend invernali), al mattino, si sveglia e ci chiede: “cosa facciamo stamattina? E oggi pomeriggio?” Lui, del resto, è stato il povero primogenito al quale, poverino, a 21 mesi è arrivato un fratellino e, bisognava pure consolarlo in qualche modo. E allora via ad un tour de force di giochi, parchetti, gelati, musei, teatri, attività creative: mi è sembrato, per anni, di vivere dentro l’Albero Azzurro.

Sul fatto che i bambini debbano annoiarsi io e Marito abbiamo due visioni opposte che derivano in parte dalle infanzie diverse che abbiamo vissuto: lui in una grande città tra sport e scuole a tempo pieno, settimane bianche d’inverno e lunghe vacanze in giro d’estate, io in un piccolissimo paese del sud estate ed inverno, con una scuola che terminava alle 13 e nessun luogo all’aperto dove i bambini potessero giocare. E sì, ho avuto un’infanzia meravigliosa, di certo più casalinga, ma piena di libri e giochi e fantasia.

L’importanza di annoiarsi per grandi e piccini

Un’estate in Sicilia può essere infinita, proprio da film stereotipo, sole cocente e, in lontananza, il frinire delle cicale; le mattine d’estate in Sicilia, quando mia madre non poteva portarmi al mare, le trascorrevo da mia nonna la quale non si metteva di certo seduta sul pavimento a giocare con me. Lei cucinava già mentre facevo colazione e io inventavo giochi di emulazione, la aiutavo (e prima di me lo aveva fatto mio fratello) a sistemare, pulire, cucinare, ad annaffiare le piante sul terrazzo. Era montessoriana ante litteram mia nonna, senza nemmeno saperlo. E poi, a metà giornata, arrivava il momento in cui mi piazzavo davanti ad una piccola libreria che ospitava una collana di grandi classici della letteratura per ragazzi (Piccole Donne, Oliver Twist, L’isola del tesoro, Pinocchio, Il giornalino di Gian Burrasca) e iniziavo a leggere e immaginare.

Della mia infanzia ricordo un altro grande momento di noia: quello delle attese dal medico, dal dentista, dall’estetista con mia madre per la ceretta (ma che tipo di ceretta si faceva negli anni 80′ che durava ore?), in giro per negozi. Che i bambini potessero annoiarsi era un non problema: esistevano i momenti per giocare e dedicati ai più piccoli e i momenti fatti per gli adulti. Nessun genitore si sentiva in colpa per questo, quasi nessuno si annullava per noi bambini rinunciando alle attività che non fossero kids friendly.

Compito di noi genitori è anche educare i bambini alla noia

E sì, certo, ci siamo evoluti, in campo educativo – dagli anni 80′- abbiamo fatto passi da gigante ma tra un’attività manipolativa ed un corso di acquaticità potremmo inserire qualche pillola di noia per i più piccoli?

Ogni weekend puntualmente Marito mi chiede: “cosa facciamo fare sabato ai bambini? E Domenica?” AIUTO. Ogni tanto mi piacerebbe non fare un bel niente, anche la scienza mi dà ragione!

La noia, o più semplicemente il gioco libero e autorganizzato (nel quale Edo – essendo un secondogenito- è molto più “esperto”) aiutano i bambini a pensare, a trovare momenti di riflessione, a sviluppare fantasia e creatività. Quando il cervello non è impegnato in una specifica attività cosa fa? Semplicemente si diverte da solo pensando, riflettendo e divagando. Al parchetto, ad esempio, vedo moltissimi nonni e genitori stare dietro ai figli passo passo: io trovo che non ci sia posto migliore per un bambino di 6/7 anni per trovare sassi, foglie e altri strumenti in grado di costruire una scenografia per storie fantastiche (e se la mamma può rilassarsi su una panchina ben venga!).

D’estate lasciamo i bambini liberi di annoiarsi

L’eccesso di pianificazione genitoriale del tempo libero dei bambini rischia di non far comprendere loro quali siano i reali interessi e attitudini. Una recente ricerca ha evidenziato come una mamma debba “inventarsi” durante tutta l’estate – in media – 144 attività da far fare ai pargoli – un incubo. Un po’ di ozio (che ne dite di provare con mezz’ora delle impegnatissime giornate dei nostri figli?) non è tempo sprecato, è tempo per conoscersi e per imparare cosa ci piace davvero, per sperimentare libertà e responsabilità (ciò non significa “parcheggiare” il figlio o abbandonarlo a se stesso, quindi bando ai sensi di colpa).

E adesso ditemi la vostra!

 

 

 

 

 

 

 

3 comments on “Educare i bambini alla noia”

  1. Assolutamente d accordo con te…Marco è abituato ad annoiarsi e dar sfogo poi alla sua creatività e fantasia in quanto io sono a casa da lavoro e quando cucino o sistemo lui sta li mi guarda un Po e poi inizia a darsi da fare….lo stesso sta iniziando a fare giulia!?????

  2. Io concordo. Sia sull’importanza della noia per l’immaginazione e l’autonomia sia sui tempi per bambini e adulti. Nel concreto il problema è quando la noia si trasforma in vuoto il vuoto in loro angoscia e dunque in isteria (loro e mia). Capita solo a noi? Come fare?

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