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Perché non farò il quarto figlio

Ancora dopo 3 anni non riesco a capire come mai mi si domandi spesso notizie e aggiornamenti circa un presunto quarto figlio; potrei considerare più comprensibile (nell’ottica di chi non sa farsi un bel pacco di fatti propri) “E allora il secondo?” ai genitori di un figlio unico ma chiedere il quarto a chi ha già 3 figli (tutti e tre abbondantemente sotto l’età della pubertà) mi sembra follia, sado-compiacimento, simpatico humor inglese, al limite. Non vi dico quando Simone ha preso la macchina a 7 posti, “vedi che allora c’è l’intenzione?” Dici quella di viaggiare con 2 baby sitter al seguito? (Scherzo, magari).

Certi giorni amo talmente la solitudine che non vorrei stare nemmeno con me stessa figurarsi con un nuovo neonato, non provo nostalgia per quei giorni di ruttiadi, non credo che il tempo mi stia sfuggendo di mano, non ritengo che gli ultimi anni siano trascorsi in modo veloce – io li ho sentiti tutti, ora per ora. Il pensiero tenero, dolce, sognante del pancione è qualcosa che non mi appartiene più da tempo, vedermi le dita dei piedi a tempo pieno mi rende felice. Certo, i nostri amici stanno tutti allegramente figliando e io ne approfitto per spupazzarmi i loro meravigliosi bebè che, fortunamente, alla fine dello spupazzamento tornano a casa loro (non vorrei parafrasare una nostra comune conoscenza ma mi tocca, ognuno a casa propria, io con i miei tre figli semi-indipendenti).

Ricapitolando, di pancia e di cuore un altro figlio non lo desidero affatto (parlo al singolare perché per Simone il NO è categorico senza nemmeno stare a spiegarne le ragioni). Poi c’è la questione economico-logistico-organizzativa. Tre figli costano parecchio. Tre figli con uno dei tre neonato e uno alla scuola materna costicchiano e quindi sembra tutto bello e in discesa, tre figli che crescono e iniziano le elementari e poi le medie ti lasciano in mutande. Personalmente trovo una anacronistica cagata nazional popolare e pure un po’ ignorante l’affermazione per cui “Dove mangiano in 5 mangiano in 6”, il mondo è cambiato, la vita, la gente, la società è cambiata, le famiglie non sono più quelle dei nostri nonni o genitori; di mangiare mangeremmo comunque (anche se nel caso in cui mi capitasse un altro figlio con la voracità di Niccolò avrei qualche dubbio…) ma non potremmo regalare ai nostri bambini tutte le opportunità che desideriamo creare per loro. Non oggetti ma esperienze e le esperienze costano, per 5 di più. Studiare, conoscere, viaggiare, fare sport e mettere l’apparecchio per i denti tutti e tre. Già tremiamo io e Simone al pensiero delle vacanze studio (il quarto anno di liceo all’estero, questo è quello che proclamo da circa 20 anni) e delle tasse universitarie moltiplicate tre. Perfino il cinema per 5 è un salasso. Non priverei i miei figli di tutto questo per il mio egoismo. E se uno dei miei figli svilupperà un particolare talento? Vorrà suonare l’arpa? Il violino? Quanto costano tre violini? Sarò impopolare ma ultimamente vedo attorno a me figliare (pare che l’Italia reale del crollo demografico mi sia molto lontana) all’acqua di rose senza un minimo di progettualità per il futuro: che prospettive avremo come famiglia? Ci saranno probabilità di crescita lavorativa, il nostro reddito aumenterà proporzionalmente quando i bambini saranno adolescenti? Ve le siete mai fatte queste domande voi? O vi accontentate dell’adeguamento Istat?

Non sto a raccontarvi le ragioni lavorative: da una certa prospettiva un figlio potrei farlo e curarlo senza la maledetta ansia di tornare in ufficio senza aver introdotto l’uovo o il pomodoro (solo per veri intenditori), sono una libera professionista e mi auto-gestisco. Ma sento anche che questo è il mio momento, gli anni per darci dentro con il lavoro “grosso”. Prima è stato il momento di Simone, ha fatto carriera con tre bambini piccoli grazie alle sua straordinaria intelligenza (per i ringraziamenti citofonare Chanel) e al supporto di tutti noi, siamo stati una vera squadra. Adesso io ho un progetto, IL progetto, un figlio non ci starebbe.

Infine, non da ultimo, la nostra famiglia. Viviamo un equilibrio fragile perchè siamo cinque fragili equilibri che stanno insieme e vanno avanti. Ci stiamo conoscendo noi cinque, so che stringerci e far spazio non ci farebbe bene come famiglia e come coppia. La coppia, il sesso con Simone (ciao papà!) è molto meglio oggi che 11 anni fa. Molto. “Madre non fa il quarto figlio per non rovinare l’intesa sessuale con il marito”, ricordatemi così.

Quelle meravigliose famiglie newyorkesi con duemiladiciotto figli, SPOILER, se lo possono permettere, sono persone benestanti, e se hanno un trilocale come il vostro ce l’hanno a New York. I figli non si fanno per Instagram ok?

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