Questa mattina mi sono svegliata in un tempo lunghissimo. Pasqua si è portata dietro le sue vacanze che ci sono sembrate uno stop anche se vacanze vere non erano. “Non si tornerà a scuola prima di Pasqua” dicevamo noi realisti alla seconda settimana di chiusura delle scuole. E giù di ma figurati, che esagerata! Aspettavamo Pasqua come si aspetta il proprio turno in gelateria. Composti, complici, sorridenti, sulle punte, protesi in avanti per leggere i gusti e avere tempo di organizzarsi, programmatori, dubbiosi, pronti a cambiare idea al traguardo. “Fammi spazio amico che devo guardare come va a finire. C’è pure il fondente al sale rosa?”. Un tempo sospeso con la fine più dolce di tutte a meno che la pallina di gelato non ci crolli rovinosamente addosso.