“Predico femminismo e razzolo patriarcato”. Sintesi della giornata in cui mi sono confrontata con alcune amiche in smartworking con compagni/mariti in smartworking. Il loro lavoro è imprescindibile, improrogabile, indifferibile, improcrastinabile. Sono le donne a dover organizzare la loro agenda lavorativa in base a quella degli uomini, Stanno salvando delle vite e non ce ne eravamo accorti. Al mattino passano dal letto alla skype call senza soluzione di continuità, camicia e pantaloni del pigiama come stile di vita. Nel frattempo le compagne hanno risolto 345 litigi tra figli, mandato 84738 mail, prenotato con il sangue uno slot all’Esselunga per il 20 giugno, raccolto glitter pure dalle proprie mutande, preparto 3 colazioni, imbastito il pranzo, fatto 2 lavatrici, un allenamento cardio, studiato l’australopiteco, gestito l’ennesima diatriba del gruppo classe, preparato i broccoli per pranzo, ripreparato l’impasto per la pizza perchè cazzo quello di ieri non è lievitato, tolto peli superflui dal proprio corpo. Tutto mentre lui ha a) sbadigliato b) guardato, sbadigliando, un video ricevuto nel gruppo del calcetto in cui un tizio beccato dalla polizia in giro si copre con un sacco fingendosi spazzatura. Dico ipoteticamente eh.
“Predico femminismo e razzolo patriarcato”. Sintesi della giornata in cui ho cercato di fare il più possibile tra casa e bambini (spinta da un certo senso di colpa) prima di una call durante la quale Simone si sarebbe dovuto occupare di tutti e tre in mia assenza. Non mi pare che lo stesso succeda a lui, è più “cattivo” di me? No, affatto, è semplicemente una persona equilibrata che ha detto No ai sensi di colpa come si può dire No al colesterolo.
La cosa brutta di oggi (non solo oggi) è l’allarme lanciato da Save the Children sulla situazione dei bambini italiani perchè, purtroppo, non c’è solo l’emergenza sanitaria ma anche quella educativa. “Oltre alla perdita di apprendimento – dichiara Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children –, il mancato accesso alla didattica per i bambini e degli adolescenti che vivono nei contesti più svantaggiati si può tradurre nella perdita di motivazione e in un isolamento che facilmente può portare all’aumento della dispersione scolastica, che già oggi in Italia raggiunge ben il 14,5%” .
Il virus fa nascere o rafforza le diseguaglianze già esistenti (anche tra nord e sud del paese) e nessun bambino deve essere lasciato indietro; é qualcosa della quale tutti noi dovremmo preoccuparci, per alcuni bambini che nascono e crescono in condizioni svantaggiate la scolarizzazione è l’unica possibilità di aspirare ad una vita migliore. E se, ancora una volta, vogliamo guardare al nostro orticello, la società nella quale studieranno e lavoreranno i nostri figli da giovani e adulti dovrà convivere con un gap educativo e culturale che danneggerà ogni sua singola parte.
La soluzione? Tutti gli studenti dovrebbero ricevere dispositivi (pc o tablet), disporre di una connessione internet e, quando necessario, di un accompagnamento personalizzato con tutor che affianchino ragazzi in difficoltà.
La cosa bella di oggi è la Marmellata di felicità, idea proposta dalla maestra di Bianca Zoe e che si ispira alla favola per bambini “Marmellata di felicità” di Francesca de Vivo. Prendete un grosso barattolo trasparente e, ogi giorno, metteteci dentro dei piccoli biglietti colorati con l’esperienza o la sensazione più bella della giornata, fatelo tutti grandi e piccini. Conservate il vostro prezioso barattolo per riaprirlo alla fine della quarantena. Per genitori consiglio anche la versione alternativa della Marmellata degli sbattimenti.
Buona giornata!